STUDIO ODONTOIATRICO DR. EUGENIO FERRARI GINO

STUDIO ODONTOIATRICO DR. EUGENIO FERRARI GINO
Tutte le foto sono state eseguite in studio dal Dr Ferrari Eugenio e sono coperte da copyrigth
Correzione delle due arcate dei denti in crescita “decidui” ai permanenti, per arrivare a una giusta articolazione tra le due arcate superiore e inferiore, con un equilibrato aspetto estetico.
DOPO UN ANNO DI TRATTAMENTO CON APPARECCHIO FISSO IN GIOVANE RAGAZZA DI 13 ANNI
E’ un metodo semplice, facile da portare, che da ottimi risultati estetici allineando tutti gli elementi dentali.
USA: un studio ha dimostrato che il batterio Porphyromonas gingivalis, spesso isolato nelle parodontiti croniche, produce proteine tossiche chiamate gingipain. Queste produrrebbero una proteina beta -amiloide che impedisce la normale trasmissione tra le cellule cerebrali
Dei ricercatori hanno trovato il batterio “Gingivalis Porphyromonas” nel cervello di pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer. Il Dott. Jan Potempa, professore e ricercatore nel Dipartimento di Immunologia orale e Malattie infettive dell’Università di Louisville, è nel gruppo di scienziati internazionali diretti dall’azienda farmaceutica “Cortexyme”, che da molti anni si occupa di produrre agenti terapeutici per invertire il corso del morbo di Alzheimer e di altri disturbi degenerativi, neurologici.
Lo scienziato Dr. Potempa, ha sempre sostenuto che degli agenti infettivi giocassero un ruolo sullo sviluppo e sulla progressione dell’Alzheimer, però tutte le prove relative al nesso causale non erano state convincenti.
Dei ricercatori hanno trovato il batterio “Gingivalis Porphyromonas” nel cervello di pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer. Il Dott. Jan Potempa, professore e ricercatore nel Dipartimento di Immunologia orale e Malattie infettive dell’Università di Louisville, è nel gruppo di scienziati internazionali diretti dall’azienda farmaceutica “Cortexyme”, che da molti anni si occupa di produrre agenti terapeutici per invertire il corso del morbo di Alzheimer e di altri disturbi degenerativi, neurologici.
Lo scienziato Dr. Potempa, ha sempre sostenuto che degli agenti infettivi giocassero un ruolo sullo sviluppo e sulla progressione dell’Alzheimer, però tutte le prove relative al nesso causale non erano state convincenti.
Adesso però sostiene che vi siano delle prove convincenti nella patogenesi del “P. gingivalis” pro Alzheimer, ma sono necessarie ancora molte ricerche prima che P. gingivalis sia principalmente coinvolto nella patogenesi della malattia. «Lo studio si concentra su una classe di terapie molecolari che prendono di mira le principali cause di virulenza come le proteasi che alterano in negativo influendo sulla inibizione delle citochine, lo sviluppo dell’Alzheimer, che potrebbe essere associato epidemiologicamente e clinicamente alla parodontite».
I ricercatori hanno anche notato che nei topi la gingipain ha portato ad un aumento della proteina beta-amiloide nel cervello. Nei pazienti con malattia di Alzheimer, questa proteina si accumula nella placca tra le sinapsi delle cellule cerebrali e impedisce loro di comunicare correttamente
Nel tentativo di bloccare la neurotossicità indotta dal batterio P. gingivalis, L’azienda farmaceutica Cortexyme ha sviluppato una serie di terapie basate da piccole molecole che tentano di bloccare la neurotossicità della proteina gingipain. Negli esperimenti preclinici, è emerso che l’inibizione del composto COR388 porta a una diminuzione della carica batterica dell’infezione cerebrale causata dal batterio P. gingivalis e bloccando la produzione di Aβ42, si riduce la neuroinfiammazione, proteggendo i neuroni nell’ippocampo.
Nello scorso ottobre 2018, l’azienda farmaceutica Cortexyme, ha pubblicato i risultati della prima fase dello studio clinico sul COR388, proprio in occasione dell’undicesima Conferenza sull’Alzheimer’s Disease Clinical Trials. Il COR388 ha dimostrato le tendenze positive in diversi test cognitivi di pazienti con l’Alzheimer e nei piani della azienda farmaceutica c’è la volontà di provare una seconda e terza fase di studi clinici nel 2019.
Lo studio intitolato «Porphyromonas gingivalis in Alzheimer’s disease brains: Evidence for disease causation and treatment with small-molecule inhibitors» è stato pubblicato nel numero di gennaio della rivista Science Advance.
Ricercatori dell’Università di CLEVELAND USA,”Case Western Reserve University School of Medicine, Cleveland Clinic and University Hospitals Cleveland Medical Center”, hanno evidenziato che la presenza espressa in quantità. In altri termini, nel caso di tumori vi è un aumento dei batteri e funghi, rispetto al tessuto non tumorale, ipotizzando così che alcuni batteri e funghi in una quantità sufficiente potrebbero giocare un ruolo nella genesi del tumore della lingua.
In passato una ricerca dimostrò che i batteri possono stimolare lo sviluppo del tumore dello stomaco, e una interazione funghi e batteri contribuiscono ad accelerare la virulenza del morbo di Crohn.
Così se si stabiliscono dei marcatori su determinati batteri e funghi, come pre test per il tumore della lingua si anticiperebbero le cure prima della sintomatologie e delle lesioni. Questo viene dichiarato dal co-autore della ricerca Mahmoud A. Ghannoum, professore al Department of Dermatology al Case Western Reserve School of Medicine and University Hospitals Cleveland Medical Center.
Il tumore della lingua in percentuale dei casi è in aumento, generalmente si sviluppa nei due terzi anteriori della lingua ed è il secondo tumore maligno più diffuso.
Il HPV o Papillomavirus causa quasi il 90% dei tumori alla base della lingua, l’HPV è scarso nel cancro della lingua solo nel 2-3%. Purtroppo le cause non sono chiare, si pensa molto che le mutazioni genetiche e comportamentali (scarsa igiene orale,tabagismo, bere alcolici).
Nella scarsa igiene orale, vi sono diversi batteri chiamati (Batterioma Orale), e fungina Mycobioma. Quest’ulimo non è stato studiato a fondo quanto il primo nella genesi o presenza del cancro della lingua.
Nella ricerca di CLEVELAND, è stato estratto il DNA in 39 tumori in oggetto, il Firmicutes che sono un “phylum di batteri gram positivi”, maggiormente presenti nei tessuti tumorali ( un 48%,su un 40%). Anche lo streptococco era prevalente. Quindi sia i batteri che i funghi sono abbondanti nei tessuti tumorali rispetto quelli non tumorali. Io aggiungerei solo un 10%, e senza lesione e sintomi potrebbero simulare una malattia opportunistica. Quindi, e parlo a titolo personale, un test con marcatori sensibili per funghi e batteri, potrebbe dare una aiuto in più, ma si potrebbe anche rischiare di intraprendere terapie invasive in tessuti non maligni. Se quello che è stato scoperto, come influenzano la crescita o forse la genesi del tumore queste colonie miste? “Sarà necessaria una seconda ricerca per capirlo, purtroppo quindi siamo ancora lontani, dal capire cosa si può fare per una diagnosi precoce.”
Rimane quindi necessario, appena si valuta una lesione linguale ,fare una accurata anamnesi, (non scordiamoci mai della genetica). Esami bioumorali, tamponi colturali e biopsia mirata con diagnosi citologica,e anche qui colturale. A seconda del risultato procedere con l’exeresi chirurgica, e la terapia.
Questa ricerca, intitolata “Bacteriome and mycobiome associations in oral tongue cancer” è stata pubblicata sull’Oncotarget journal del 19 Ottobre 2017.
Un intervento necessario per salvare i denti adiacenti e ridare forma a un osso necrotico e deforme.
Dopo 6/8 mesi di rigenerazione dell’osso con il materiale sostitutivo sintetico, si può procedere a un controllo con tac Cone Beam, per lo studio implantologico e ridare la funzionalità e sorriso al paziente.
VIDEO REALIZZATO NELLO STUDIO FERRARI
Un Nuovo studio cinese sul danno del fumo negli impianti, (in letteratura non si contano più), ha messo in confronto la stabilità in 12 settimane e ha notato che quest’ ultima non si è modificata , tranne che nella lentezza dell’osteointegrazione. Ma questo in Europa e negli USA era ben noto già da tempo, in realtà cosa c’è di nuovo? (Nulla).
Lo studio, intitolato “Effect of heavy smoking on dental implants placed in male patients posterior mandibles: A prospective clinical study”, è stato condotto dai ricercatori del First Affiliated Hospital dell’Università di Xi’an Jiaotong in Cina. I risultati sono stati pubblicati sul numero di dicembre 2016 del Journal of Oral Implantology. ( Da dove prendiamo spunto)
La ricerca ha confermato quello che già si sapeva, ha ridimostrato che il fumo può condizionare negativamente l’integrazione tra impianto e osso. Il Fumo influenzerà sempre il processo di guarigione osseo e paradontale , quindi ritardo nell’osteointegrazione , e nella cicatrizzazione. Evitare il carico immediato è ancora più imperativo!
La ricerca si è basata sull’uso di impianti noti e di conusciuta marca. I 45 impianti, sono stati inseriti nelle mandibole posteriori parzialmente edentule di 32 pazienti di sesso maschile, di cui 16 erano forti fumatori e 16 non fumatori. La stabilità dell’impianto e la risposta sui tessuti perimplantari sono state valutate alla 3, 4, 6, 8 e 12 settimana dell’inserimento.
Tutti i due gruppi hanno raggiunto l’osteointegrazione alla fine della 12 settimana, con differenze di guarigione ossea e mucogengivale completamente rallentata rispetto alla categoria dei non fumatori. In più i fumatori hanno evidenziato l’insorgenza di tasche paradontali, e di non completa osteointegrazione a livello del collo degli impianti inseriti sino alla zona crestale ossea. Stranamente in questo studio sembra che il fumo non abbia avuto alcun effetto sulla formazione di placca e il sanguinamento sulculare.
Concludendo i ricercatori cinesi, raccomandano di modificare il piano terapeutico nei forti fumatori, allungando i tempi di carico, e monitorare costantemente l’igiene orale ed eventuali insorgenze di perimplantiti nel tempo.
Secondo la nostra deduzione di operatori , questo studio non scopre niente di nuovo, ma conferma quello che sin dai tempi di Branemark, si diceva al paziente; Fumo, Diabete ,e Scarsa Igiene, nuoceranno sempre agli impianti e per questo, devono essere trattati e monitorati nel tempo diversamente.
Breve video di come si riduce una Mandibola dislocata in Pronto Soccorso lingua Inglese: